Svalbard

È tradizione che ogni anno, alla fine degli ottantadue giorni di buio che calano sull’arcipelago delle Svalbard tra novembre e febbraio, gli abitanti di Longyearbyen si ritrovino sugli scalini del vecchio ospedale cittadino per festeggiare il ritorno del sole. Quegli scalini sono il primo angolo della città colpito dai raggi solari: a volte è una mattina di vento come tante altre e c’è tempo solo per dei saluti; altre, invece, ci si trattiene per brindare e scambiare qualche parola. Oggi l’ospedale non c’è più – c’è una chiesa luterana al suo posto – e anche gli scalini non sono quelli di una volta. Quelli originali sono andati distrutti, insieme all’intera Longyearbyen, sotto i bombardamenti della marina tedesca durante la Seconda guerra mondiale; ma a nessuno importa, perché non si sceglie di vivere al di sopra del 78° parallelo, dove le montagne e i fiumi mutano forma da un anno all’altro, se si ha paura del cambiamento. READ MORE

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